Ambito di Francesco Curradi detto Battiloro (1570/1661)

in vendita
- Epoca : 17° secolo -1600
- Stile : Altri stili
- Lunghezza : 36cm
- Altezza : 42cm
- Materiale : Olio su tela
- antiquario
Ars Antiqua srl - Telefono: +39 02 29529057
- Cellulare: 393664680856
- Milano,Italy
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Descrizione Dettagliata
Ambito di Francesco Curradi detto Battiloro (Firenze, 1570/ 1661)
Annunciazione
Olio su tela, cm 42 x 36 - con cornice cm 55,5 x 48
Analizzando la qualità pittorica della tela con la testa della Vergine insieme alla gemella con la testa dell'Angelo annunziante, si individua la mano di un artista riconoscibile nella cerchia di Francesco Curradi. Nei volti sono riscontrabili infatti caratteristiche peculiari del Curradi: la dolcezza, le linee morbide, la bocca piccola, gli occhi grandi ombreggiati, il tenue chiaroscuro. Le opere mostrano una qualità esecutiva di alto livello, impreziosita dalla ricca finitura in oro dell’aureola che incornicia il volto dei personaggi. Si vedano a confronto l’Annunciazione di Francesco Currandi apparsa sul mercato antiquario ed i volti dell’Arcangelo e della Vergine conservati nel Convento della S.ma Annunziata di Firenze.
Questa tipologia di ritratto trae ispirazione dal noto affresco dell’Annunziata di Firenze, eseguito intorno al 1250 dal pittore Bartolomeo, il cui modello compositivo, ed in particolare il volto della Vergine, insieme al pendant con quello dell'Angelo annunziante, sono stati più volte studiati e ripresi nei secoli successivi, da alcuni dei più celebri pittori della storia: tra i tanti maestri che ne hanno tratto ispirazione, citiamo su tutti le Annunciazioni di Alessandro e Cristofano Allori (conservate rispettivamente nel Monastero di Tor de' Specchi -Cappella del coro- e nel Santa Lucia dei Magnoli di Firenze, e i ritratti dell’Annunziata di Arsenio Marscagni. Prima del ‘500 la Madonna facente parte dell'iconografia dell'Annunciazione, cioè del racconto evangelico di Luca, difficilmente è vista con il volto rivolto verso l’alto. Ella è sempre attenta ad ascoltare il messaggio, o a ritrarsi pudica e timorosa all'improvvisa apparizione celeste, o concentrata nella meditazione delle Scritture come appare in tutta la pittura dal '400 in poi, compresa l'opera del Beato Angelico. Questa differenza iconografica tende a cessare nel Rinascimento, come nel presente caso.
Figlio di Taddeo Curradi battiloro, Francesco, nato a Firenze nel 1570, si avvia all'arte nella bottega del tardomanierista Giovanni Battista Naldini, in collaborazione con il quale esegue le prime opere. Fra il 1616 e il 1617 è impegnato con i più noti pittori fiorentini contemporanei nella decorazione della Casa Buonarroti, dove realizza una tela con la Fama che innalza Michelangelo sopra agli altri pittori. A partire da questi anni realizza le sue opere più note e più riuscite, quali: la Predica di San Francesco Saverio agli Indiani per la chiesa fiorentina di San Giovannino degli Scolopi nel 1622; nello stesso anno il Narciso al fonte e l'Erminia fra i pastori commissionati dal cardinale Carlo de' Medici.
Il Curradi è stato l'esponente più rappresentativo della pittura devozionale fiorentina della prima metà del Seicento che ha interpretato con uno stile sempre riconoscibile per l'immediata efficacia delle composizioni, il disegno accurato e la morbidezza del chiaroscuro.
Annunciazione
Olio su tela, cm 42 x 36 - con cornice cm 55,5 x 48
Analizzando la qualità pittorica della tela con la testa della Vergine insieme alla gemella con la testa dell'Angelo annunziante, si individua la mano di un artista riconoscibile nella cerchia di Francesco Curradi. Nei volti sono riscontrabili infatti caratteristiche peculiari del Curradi: la dolcezza, le linee morbide, la bocca piccola, gli occhi grandi ombreggiati, il tenue chiaroscuro. Le opere mostrano una qualità esecutiva di alto livello, impreziosita dalla ricca finitura in oro dell’aureola che incornicia il volto dei personaggi. Si vedano a confronto l’Annunciazione di Francesco Currandi apparsa sul mercato antiquario ed i volti dell’Arcangelo e della Vergine conservati nel Convento della S.ma Annunziata di Firenze.
Questa tipologia di ritratto trae ispirazione dal noto affresco dell’Annunziata di Firenze, eseguito intorno al 1250 dal pittore Bartolomeo, il cui modello compositivo, ed in particolare il volto della Vergine, insieme al pendant con quello dell'Angelo annunziante, sono stati più volte studiati e ripresi nei secoli successivi, da alcuni dei più celebri pittori della storia: tra i tanti maestri che ne hanno tratto ispirazione, citiamo su tutti le Annunciazioni di Alessandro e Cristofano Allori (conservate rispettivamente nel Monastero di Tor de' Specchi -Cappella del coro- e nel Santa Lucia dei Magnoli di Firenze, e i ritratti dell’Annunziata di Arsenio Marscagni. Prima del ‘500 la Madonna facente parte dell'iconografia dell'Annunciazione, cioè del racconto evangelico di Luca, difficilmente è vista con il volto rivolto verso l’alto. Ella è sempre attenta ad ascoltare il messaggio, o a ritrarsi pudica e timorosa all'improvvisa apparizione celeste, o concentrata nella meditazione delle Scritture come appare in tutta la pittura dal '400 in poi, compresa l'opera del Beato Angelico. Questa differenza iconografica tende a cessare nel Rinascimento, come nel presente caso.
Figlio di Taddeo Curradi battiloro, Francesco, nato a Firenze nel 1570, si avvia all'arte nella bottega del tardomanierista Giovanni Battista Naldini, in collaborazione con il quale esegue le prime opere. Fra il 1616 e il 1617 è impegnato con i più noti pittori fiorentini contemporanei nella decorazione della Casa Buonarroti, dove realizza una tela con la Fama che innalza Michelangelo sopra agli altri pittori. A partire da questi anni realizza le sue opere più note e più riuscite, quali: la Predica di San Francesco Saverio agli Indiani per la chiesa fiorentina di San Giovannino degli Scolopi nel 1622; nello stesso anno il Narciso al fonte e l'Erminia fra i pastori commissionati dal cardinale Carlo de' Medici.
Il Curradi è stato l'esponente più rappresentativo della pittura devozionale fiorentina della prima metà del Seicento che ha interpretato con uno stile sempre riconoscibile per l'immediata efficacia delle composizioni, il disegno accurato e la morbidezza del chiaroscuro.
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