Luca Cattapane, attr., Adorazione dei pastori

in vendita
- Epoca : 17° secolo -1600
- Stile : Altri stili
- Altezza : 110cm
- Larghezza : 90cm
- Materiale : Olio su tela
- antiquario
Ars Antiqua srl - Telefono: +39 02 29529057
- Cellulare: 393664680856
- Milano,Italy
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Descrizione Dettagliata
Luca Cattapane (Cremona, 1597-1620), attr.
Adorazione dei pastori
Olio su tela, cm 110 x 90 – con cornice cm 129 x 101
Ascritto alla scuola lombarda di fine Cinquecento, il dipinto esibisce più precisamente caratteri cremonesi: le ricerche condotte sugli artisti attivi in quell’area suggeriscono l’attribuzione a Luca Cattapane.
Il silenzio delle fonti storiche non consente di tracciare una biografia del pittore, di cui non si conoscono le date di nascita e di morte, mentre documentato è il suo apprendistato presso Vincenzo Campi, di cui continuerà la ricerca naturalistica, affrancandosi dalla maniera malossesca, tanto che nel 1929 Roberto Longhi commentando la Decollazione di San Giovanni Battista -ora nella chiesa di Santa Maria Maddalena a Cremona- lo definì un piccolo Caravaggio mancato. La piccola tela in esame testimonia la regia luministica desunta dalle opere di Antonio Campi, come si evince osservando la pala di medesimo soggetto in Santa Maria della Croce a Crema, mentre lo stile delle espressioni e dei personaggi caricaturali sono conseguenti a quelle ideate da Vincenzo Campi. Non si deve escludere dalla formazione di Cattapane la conoscenza di Luca Cambiaso e dei suoi famosi notturni. Ad avvalorare ulteriormente le motivazioni attributive è il confronto con l’Adorazione dei pastori conservata nella Diocesi di Lodi, che presenta un similare impianto scenico e dove alcune figure mostrano interessanti analogie formali. A questo proposito segnaliamo i volti dei pastori, i cui profili e strutture anatomiche corrispondono a quelli dipinti nella nostra composizione. L'immagine emana una notevole forza espressiva e monumentale, sostenuta dalla volontà descrittiva dei volti che spiccano dal fondale scuro con sensibilità precaravaggesca. È altresì desumibile l'antico riferimento a Jacopo Bassano e alla ritrattistica veronese, ma qui tradotto con sobrietà e desiderio naturalistico. A questo proposito si osservino le offerte deposte sul terreno illuminato in primo piano: la cesta ricolma di uova, l’agnello, la palma e la croce.
Per quanto concerne l'ambientazione a 'lume di notte', non possiamo far altro che citare i grandi predecessori quali il Lotto (si osservi la Natività in notturno conservata alla Pinacoteca Nazionale di Siena), il Savoldo (si veda l’Adorazione conservata alla National Gallery of Art di Washington) ed il già citato Giovanni Battista Trotti (il Malosso), di cui si propone la grande Adorazione conservata al Castello Sforzesco di Milano. Del resto, l’ambientazione “in tempo di notte” è stata l’elemento che ha favorito la fortuna critica del Cattapane, considerato uno dei migliori pittori già da parte della letteratura artistica cremonese antica e quindi ricordato sia nelle sue biografie sia nelle guide antiche della città. Luigi Lanzi fu il primo ad accostare gli effetti di lume di notte che lo caratterizzano alle ricerche caravaggesche scrivendo: “Nel resto o per voler creare un suo proprio stile, o per conformarsi al Caravaggio, ha dipinto più fosco che i Campi e con miglior scelta. […]”
Citando la Madonna con Bambino e Santi Antonio e Paolo I conservata nella cattedrale di Cremona o la Madonna con Santi Francesco e Nicola esposta nel Palazzo Comunale di Cremona, possiamo invece riscontrare come la fisionomia del volto del San Giovanni Bambino sia simile a quello dei bambini (indifferentemente il Cristo o il San Giovannino) degli altri tre dipinti. Un disegno preparatorio di Luca Cattapane raffigurante il volto di un bambino è apparso sul mercato antiquario inglese: anche in questo bozzetto emerge la medesima fisionomia utilizzata per rendere gli altri bambini nei dipinti, tra cui quello nella nostra tela.
Adorazione dei pastori
Olio su tela, cm 110 x 90 – con cornice cm 129 x 101
Ascritto alla scuola lombarda di fine Cinquecento, il dipinto esibisce più precisamente caratteri cremonesi: le ricerche condotte sugli artisti attivi in quell’area suggeriscono l’attribuzione a Luca Cattapane.
Il silenzio delle fonti storiche non consente di tracciare una biografia del pittore, di cui non si conoscono le date di nascita e di morte, mentre documentato è il suo apprendistato presso Vincenzo Campi, di cui continuerà la ricerca naturalistica, affrancandosi dalla maniera malossesca, tanto che nel 1929 Roberto Longhi commentando la Decollazione di San Giovanni Battista -ora nella chiesa di Santa Maria Maddalena a Cremona- lo definì un piccolo Caravaggio mancato. La piccola tela in esame testimonia la regia luministica desunta dalle opere di Antonio Campi, come si evince osservando la pala di medesimo soggetto in Santa Maria della Croce a Crema, mentre lo stile delle espressioni e dei personaggi caricaturali sono conseguenti a quelle ideate da Vincenzo Campi. Non si deve escludere dalla formazione di Cattapane la conoscenza di Luca Cambiaso e dei suoi famosi notturni. Ad avvalorare ulteriormente le motivazioni attributive è il confronto con l’Adorazione dei pastori conservata nella Diocesi di Lodi, che presenta un similare impianto scenico e dove alcune figure mostrano interessanti analogie formali. A questo proposito segnaliamo i volti dei pastori, i cui profili e strutture anatomiche corrispondono a quelli dipinti nella nostra composizione. L'immagine emana una notevole forza espressiva e monumentale, sostenuta dalla volontà descrittiva dei volti che spiccano dal fondale scuro con sensibilità precaravaggesca. È altresì desumibile l'antico riferimento a Jacopo Bassano e alla ritrattistica veronese, ma qui tradotto con sobrietà e desiderio naturalistico. A questo proposito si osservino le offerte deposte sul terreno illuminato in primo piano: la cesta ricolma di uova, l’agnello, la palma e la croce.
Per quanto concerne l'ambientazione a 'lume di notte', non possiamo far altro che citare i grandi predecessori quali il Lotto (si osservi la Natività in notturno conservata alla Pinacoteca Nazionale di Siena), il Savoldo (si veda l’Adorazione conservata alla National Gallery of Art di Washington) ed il già citato Giovanni Battista Trotti (il Malosso), di cui si propone la grande Adorazione conservata al Castello Sforzesco di Milano. Del resto, l’ambientazione “in tempo di notte” è stata l’elemento che ha favorito la fortuna critica del Cattapane, considerato uno dei migliori pittori già da parte della letteratura artistica cremonese antica e quindi ricordato sia nelle sue biografie sia nelle guide antiche della città. Luigi Lanzi fu il primo ad accostare gli effetti di lume di notte che lo caratterizzano alle ricerche caravaggesche scrivendo: “Nel resto o per voler creare un suo proprio stile, o per conformarsi al Caravaggio, ha dipinto più fosco che i Campi e con miglior scelta. […]”
Citando la Madonna con Bambino e Santi Antonio e Paolo I conservata nella cattedrale di Cremona o la Madonna con Santi Francesco e Nicola esposta nel Palazzo Comunale di Cremona, possiamo invece riscontrare come la fisionomia del volto del San Giovanni Bambino sia simile a quello dei bambini (indifferentemente il Cristo o il San Giovannino) degli altri tre dipinti. Un disegno preparatorio di Luca Cattapane raffigurante il volto di un bambino è apparso sul mercato antiquario inglese: anche in questo bozzetto emerge la medesima fisionomia utilizzata per rendere gli altri bambini nei dipinti, tra cui quello nella nostra tela.
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