XVII secolo, San Gerolamo penitente

in vendita
- Epoca : 17° secolo -1600
- Stile : Altri stili
- Altezza : 90cm
- Larghezza : 75cm
- Materiale : Olio su tela
- antiquario
Ars Antiqua srl - Telefono: +39 02 29529057
- Cellulare: 393664680856
- Milano,Italy
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Descrizione Dettagliata
XVII secolo
San Gerolamo penitente
Olio su tela, cm 90 x 75 - con cornice cm 100 x 86
La tela qui analizzata, databile al XVII secolo, raffigura San Gerolamo, uno dei quattro Padri della Chiesa occidentale. Nato a Stridone nel 341 da nobile famiglia cristiana, egli è noto soprattutto per l’importante traduzione dall’ebraico dell’Antico Testamento, oltre ad altri scritti di soggetto religioso. Per questa ragione è annoverato, come si diceva, tra i quattro Padri della Chiesa occidentale, assieme a Gregorio, Ambrogio e Agostino. Dal punto di vista iconografico, esistono tradizionalmente due versioni del santo, che hanno avuto alterne diffusione nel corso dei secoli. Una prima lo vede ritratto in uno studio, intento a leggere un libro, in omaggio alla sua attività di autore di opere sacre. Una seconda, invece, punta sull’aspetto da penitente, poiché il santo trascorse un lungo periodo da asceta nel deserto della Calcide (353-358), dove, secondo la tradizione, avrebbe estratto una spina dalla zampa di un leone, raffigurato alle spalle del Santo, che aveva incontrato (per questo motivo l’animale gli divenne fedele e lo accompagnò ovunque). Il presente dipinto è allineato alla seconda versione, quella dell’eremita penitente, che risulta essere la preferita nel corso del Seicento e del Settecento. Oltre all'abilità nel definire la figura del Santo, caratterizzata da grande tensione emotiva e drammatica, il pittore si dimostra abile paesaggista, nella resa di una ricca definizione paesistica alle spalle della figura del penitente.
San Gerolamo penitente
Olio su tela, cm 90 x 75 - con cornice cm 100 x 86
La tela qui analizzata, databile al XVII secolo, raffigura San Gerolamo, uno dei quattro Padri della Chiesa occidentale. Nato a Stridone nel 341 da nobile famiglia cristiana, egli è noto soprattutto per l’importante traduzione dall’ebraico dell’Antico Testamento, oltre ad altri scritti di soggetto religioso. Per questa ragione è annoverato, come si diceva, tra i quattro Padri della Chiesa occidentale, assieme a Gregorio, Ambrogio e Agostino. Dal punto di vista iconografico, esistono tradizionalmente due versioni del santo, che hanno avuto alterne diffusione nel corso dei secoli. Una prima lo vede ritratto in uno studio, intento a leggere un libro, in omaggio alla sua attività di autore di opere sacre. Una seconda, invece, punta sull’aspetto da penitente, poiché il santo trascorse un lungo periodo da asceta nel deserto della Calcide (353-358), dove, secondo la tradizione, avrebbe estratto una spina dalla zampa di un leone, raffigurato alle spalle del Santo, che aveva incontrato (per questo motivo l’animale gli divenne fedele e lo accompagnò ovunque). Il presente dipinto è allineato alla seconda versione, quella dell’eremita penitente, che risulta essere la preferita nel corso del Seicento e del Settecento. Oltre all'abilità nel definire la figura del Santo, caratterizzata da grande tensione emotiva e drammatica, il pittore si dimostra abile paesaggista, nella resa di una ricca definizione paesistica alle spalle della figura del penitente.
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