Zoppo da Lugano, Adorazione dei Magi

in vendita
- Epoca : 17° secolo -1600
- Stile : Altri stili
- Altezza : 82cm
- Larghezza : 121cm
- Materiale : Olio su tela
- antiquario
Ars Antiqua srl - Telefono: +39 02 29529057
- Cellulare: 393664680856
- Milano,Italy
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Descrizione Dettagliata
Giovanni Battista Discepoli, detto lo Zoppo da Lugano (Lugano, 1590 circa – Milano, 1654 circa)
Adorazione dei Magi
Olio su tela, cm 82 x 121, con cornice cm 103 x 132
La composizione narra il celebre episodio della visitazione dei Magi al Messia. La scena, ispirata dalla tradizione cristiana ad un tenero umanesimo, sembra essere destinata ad ornare una cappella adibita al culto dell’Epifania.
L’opera in esame si ricollega al modus operandi attento e gradevole di Giovanni Battista Discepoli, detto lo Zoppo da Lugano. Le fonti documentarie non permettono di stabilire con maggiore precisione i dati cronologici della vita del pittore, che però è concordemente ricordato come originario di Castagnola, presso Lugano: in due documenti del 28 febbraio e 3 marzo del 1640, ad esempio, in cui lo si trova citato come testimone, è anche detto «sindaco» (amministratore laico) della parrocchiale di S. Giorgio in Castagnola. Si ignora altresì la sua situazione familiare, salvo la presenza di figli, che nel 1677 devono pagare il saldo dei debiti contratti dal padre da tempo defunto. La lettura stilistica delle opere ritenute giovanili consente di attribuirgli, se non un vero e proprio alunnato, almeno l’avvio al mestiere nella cerchia di Camillo Procaccini, più volte presente anche in Ticino e nella stessa Lugano tra l’ultimo decennio del Cinquecento e il primo del secolo successivo; ma è in particolare alla pittura milanese di Francesco Cairo e, ancor più, di Carlo Francesco Nuvolone, che il Discepoli guarda. Sempre per ragioni stilistiche si potrebbe ipotizzare un suo viaggio o soggiorno a Genova, dove avrebbe avuto occasione di studiare le opere di Van Dyck e Rubens, di Bernardo Strozzi e di Giovanni Battista Carlone. Altrettanto può dirsi per quanto riguarda le influenze della pittura veneta, riscontrabili in alcuni dipinti della maturità, che rendono plausibile un viaggio a Venezia.
Intorno alla metà del secolo il Discepoli propone un’interpretazione personale della pittura lombarda, equilibrando abilmente le influenze venete e genovesi: poco propenso ai forti contrasti delle scene drammatiche, offre il meglio di sé in opere dove la sua pittura morbida e sfumata, ma arricchita da colori ricchi e sensuali, ben si accorda con il clima di tenera concentrazione del presente soggetto. L’Adorazione dei Magi in oggetto è da porre in relazione, data la simile struttura compositiva, con una tela di maggiori dimensioni di medesimo soggetto conservata in collezione privata. E’ da paragonare anche lo stesso registro cromatico di estrema raffinatezza, che trova la sua più intensa espressione nella descrizione delle vesti dei personaggi, giocate sulle tonalità dei blu, rossi, ocra, terre e oro.
A sostegno dell’attribuzione si rimanda al confronto con un’altra versione dell’Adorazione dei Magi, (1651 circa, Milano, Musei Civici del Castello Sforzesco), e con la pala oggi nella chiesa di S. Giorgio in Borgovico di Como, con il suggestivo volo di vivaci e paffuti angioletti, che è un tema ricorrente nella pittura del Discepoli. Nelle due pale d’altare sopracitate ritornano elementi presenti nel nostro dipinto: la gestualità amplificata dei personaggi, le modulazioni cromatiche, i colori ricchi e corposi.
Adorazione dei Magi
Olio su tela, cm 82 x 121, con cornice cm 103 x 132
La composizione narra il celebre episodio della visitazione dei Magi al Messia. La scena, ispirata dalla tradizione cristiana ad un tenero umanesimo, sembra essere destinata ad ornare una cappella adibita al culto dell’Epifania.
L’opera in esame si ricollega al modus operandi attento e gradevole di Giovanni Battista Discepoli, detto lo Zoppo da Lugano. Le fonti documentarie non permettono di stabilire con maggiore precisione i dati cronologici della vita del pittore, che però è concordemente ricordato come originario di Castagnola, presso Lugano: in due documenti del 28 febbraio e 3 marzo del 1640, ad esempio, in cui lo si trova citato come testimone, è anche detto «sindaco» (amministratore laico) della parrocchiale di S. Giorgio in Castagnola. Si ignora altresì la sua situazione familiare, salvo la presenza di figli, che nel 1677 devono pagare il saldo dei debiti contratti dal padre da tempo defunto. La lettura stilistica delle opere ritenute giovanili consente di attribuirgli, se non un vero e proprio alunnato, almeno l’avvio al mestiere nella cerchia di Camillo Procaccini, più volte presente anche in Ticino e nella stessa Lugano tra l’ultimo decennio del Cinquecento e il primo del secolo successivo; ma è in particolare alla pittura milanese di Francesco Cairo e, ancor più, di Carlo Francesco Nuvolone, che il Discepoli guarda. Sempre per ragioni stilistiche si potrebbe ipotizzare un suo viaggio o soggiorno a Genova, dove avrebbe avuto occasione di studiare le opere di Van Dyck e Rubens, di Bernardo Strozzi e di Giovanni Battista Carlone. Altrettanto può dirsi per quanto riguarda le influenze della pittura veneta, riscontrabili in alcuni dipinti della maturità, che rendono plausibile un viaggio a Venezia.
Intorno alla metà del secolo il Discepoli propone un’interpretazione personale della pittura lombarda, equilibrando abilmente le influenze venete e genovesi: poco propenso ai forti contrasti delle scene drammatiche, offre il meglio di sé in opere dove la sua pittura morbida e sfumata, ma arricchita da colori ricchi e sensuali, ben si accorda con il clima di tenera concentrazione del presente soggetto. L’Adorazione dei Magi in oggetto è da porre in relazione, data la simile struttura compositiva, con una tela di maggiori dimensioni di medesimo soggetto conservata in collezione privata. E’ da paragonare anche lo stesso registro cromatico di estrema raffinatezza, che trova la sua più intensa espressione nella descrizione delle vesti dei personaggi, giocate sulle tonalità dei blu, rossi, ocra, terre e oro.
A sostegno dell’attribuzione si rimanda al confronto con un’altra versione dell’Adorazione dei Magi, (1651 circa, Milano, Musei Civici del Castello Sforzesco), e con la pala oggi nella chiesa di S. Giorgio in Borgovico di Como, con il suggestivo volo di vivaci e paffuti angioletti, che è un tema ricorrente nella pittura del Discepoli. Nelle due pale d’altare sopracitate ritornano elementi presenti nel nostro dipinto: la gestualità amplificata dei personaggi, le modulazioni cromatiche, i colori ricchi e corposi.
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